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Piattaforme 20/02/2023

Ogni anno aspettiamo trepidanti (o almeno io in primis) il Global Digital Report di We Are Social realizzato minuziosamente insieme a MeltWater sull’anno precedente.

In genere viene pubblicato tra gennaio e febbraio ed è una fotografia generale sul comportamento degli utenti e i trend social, per capire come orientarsi e che scelte intraprendere nell’anno a venire.

Si tratta di un report molto ricco, raccoglie oltre 400 grafici su quello che fanno gli utenti, quali sono i loro social preferiti, che tipo di dispositivo utilizzano e come acquistano online.

Per visualizzarlo nella sua completezza vi consiglio di consultare questo articolo dove troverete tutte le slide.

Qui invece troverete una panoramica generale dei dati più significativi sul mondo social e su quello che ci aspetta nel 2023: quali saranno le piattaforme più usate? Come si saranno comportati gli utenti? E il rendimento delle sponsorizzazioni?

Lo stato digitale a livello globale

La popolazione mondiale, in costante crescita, ha ormai superato gli 8 miliardi di persone (8,01 miliardi registrati a inizio 2023) ma di questi solo circa il 57% vive nelle aree urbane.
Come si comportano queste persone con il mondo digitale?

  • il 68% utilizza il telefono
  • nell’ultimo anno ci sono stati 168 milioni di nuovi utenti
  • sono 5,16 miliardi le persone che utilizzano internet (e che hanno quindi accesso ad una connessione)
  • mentre 4,76 miliardi sono gli utenti social media presenti a livello mondiale

Ma queste sono le tendenze globali, i dati cambiano ulteriormente se prendiamo in considerazione paese per paese.

Ad esempio l'analisi indica che il 91,8% della popolazione degli Stati Uniti è online oggi, il che classifica il paese solo al 45° posto a livello globale.

O ancora un paese vasto come l’India è al primo posto come lo stato con la più vasta popolazione non connessa del mondo: 730 milioni di persone in India non utilizzano internet a inizio 2023.

Seguiti dalla Cina con 375 milioni di persone non connesse.

Lo stato digitale in Italia

Ora che abbiamo visto una panoramica generale del mondo, veniamo al nostro piccolo.

Com’è cambiato, se è cambiato, lo stato del digitale in Italia nel 2022?

Per 58,96 milioni di persone ci sono 78,19 milioni di smartphone: il 132% in più rispetto alla popolazione!

Gli utenti che utilizzano internet sono 50,78 milioni e 43,90 utilizzano social, ovvero il 74,50% della popolazione italiana è attiva sui social media.

Ciò li rende la più grande piazza digitale del mondo, non essere presenti con il nostro business, ci rende introvabili e inesistenti.

Da questa statistica possiamo verificare che il pubblico sui social media è equilibrato tra

donne e uomini: da notare la media del tempo speso al giorno sulle piattaforme 1 ora e 48 minuti, ovvero non il tempo trascorso con lo smartphone ma il tempo dedicato nello specifico ai social.

Com’è cambiata la pubblicità digitale nel 2022

Parliamo qui di adv e quindi contenuti sponsorizzati, dove la tendenza registrata è in crescita dal 2020 in poi.

Il lockdown ha dato un vero scossone alle sponsorizzazioni e le aziende hanno deciso di investire sempre di più nella spesa pubblicitaria che è aumentata dal 57,4% del 2019 al 73,3% del 2022.

Infatti, il COVID-19 ha cambiato non solo le nostre abitudini ma anche gli investimenti pubblicitari dando una spinta incredibile al passaggio al digitale.

Parlando di soldi le entrate pubblicitarie digitali sono aumentate del 78% negli ultimi 3 anni, da un totale pre-pandemia di poco meno di 375 miliardi di dollari nel 2019, a oltre 667 miliardi di dollari nel 2022!

Insomma chi ancora non sta investendo del budget nel digitale al momento o è pazzo o è incosciente.

Dal punto di vista demografico, la copertura potenziale delle ADS di Meta, vede una predominanza nella giovane età dai 18-34 con una prevalenza femminile, dai 34 ai 65+ invece si nota un calo e una prevalenza di pubblico maschile.

Come sono cambiati i comportamenti degli utenti sui social

I social sono un grande mezzo in crescita, utilizzato sempre da più persone come evidenzia il report: dal 2020 ad oggi, complice il maggior tempo trascorso in casa, gli utenti sono aumentati quasi del 30%.

In tre anni c’è stato un incremento di oltre 1 miliardo di nuovi utenti!

Possiamo quindi davvero dire che i social media stanno morendo?

Oltre ai nuovi utenti, è aumentato anche il tempo sulle piattaforme: la media è di circa 2 ore e mezza al giorno.

A livello globale gli utenti trascorrono più di 5 ore al giorno con lo smartphone in mano: corrisponde a circa il 30% delle ore in cui siamo svegli.

Mentre le piattaforme social più utilizzate in Italia sono:

  • Whatsapp, che sì è un social a tutti gli effetti, utilizzato trasversalmente da tutte le fasce di età e preferito anche a livello globale
  • Facebook che si mantiene in vetta
  • Instagram poco distante
  • Facebook Messenger
  • Telegram
  • Tiktok che continua la sua netta crescita

Da segnalare, più indietro nella classifica ma comunque in crescita anche LinkedIn che ha guadagnato qualche punto percentuale.

Attenzione: non è necessario essere presenti su tutte le piattaforme social ma piuttosto vi consiglio di inquadrare quella adatta a voi e alla vostra audience.

Ma perché gli utenti italiani trascorrono del tempo sui social media?

Le prime 5 ragioni per cui gli utenti da 14 a 64 anni utilizzano i social sono:

  1. leggere nuove storie
  2. occupare il tempo libero
  3. restare in contatto con amici e parenti
  4. cercare ispirazione per cose da fare e da comprare
  5. cercare contenuti interessanti (come ad esempio la continua fruizione dei video)

Nello specifico invece, se guardiamo all’uso dei social media per ricercare informazioni sui brand troviamo che il 58,7% degli internauti tra i 14 e i 64 anni lo fa attivamente.

Ad esempio vi è mai capitato di controllare il profilo Instagram di un ristorante prima di prenotare una cena?

O di cercare un’azienda su LinkedIn prima di fare un colloquio di persona?

Ecco due esempi semplicissimi di brand research effettuati dagli utenti social tutti i giorni.

Ma veniamo alla tipologia degli account seguiti dagli utenti sulle varie piattaforme, considerando la fascia di età dai 16 ai 64 anni:

  1. amici, famiglia e conoscenti sono al primo posto
  2. cantanti, musicisti, band
  3. attori, comici e altri personaggi pubblici
  4. ristoranti, chef e personaggi legati al mondo del cibo
  5. account di intrattenimento, che creano meme o parodie

Il traffico dai siti ai social e viceversa

Il traffico che si crea online dai siti ai social e viceversa crea un circolo virtuoso di visibilità.

Per questo sul nostro sito dovrebbero sempre essere ben visibili le icone dei social sui quali siamo attivi (linkate correttamente) e sulle piattaforme social dovremmo rimandare al sito web.

Sono tutti mezzi che fanno parte del nostro piano di comunicazione e che parlano di noi, di quello che facciamo a 360° e con la modalità e i contenuti corretti a seconda della piattaforma ma mantenendo una coerenza di fondo.

Secondo i dati del report in Italia la maggior parte del traffico che arriva alle piattaforme dai siti è veicolato su Instagram e Facebook.

Come anticipato prima, una grande mano la danno le adv, nello specifico sul territorio italiano:

  • tramite le Facebook Ads possiamo raggiungere un potenziale di 27,95 milioni di persone. Sulle pagine Facebook ad esempio la percentuale dei post al giorno è lo 0,80%, di cui il 60% sono immagini, 8,97% video, il 30,78% link post e lo 0,25% gli aggiornamenti di stato.
  • tramite le Instagram Ads possiamo raggiungere un potenziale di 26,20 milioni di persone

E a seguire i dati mostrano anche la popolazione raggiungibile con Google Ads (che vi ricordo va a prendere anche la fetta di utenti di YouTube), con TikTok in forte crescita e anche con LinkedIn e Twitter.

Queste analisi sono fondamentali per capire come orientarsi e dove investire a seconda di chi è la nostra community e il settore in cui operiamo.

Il 2023 si configura come un anno di sfide e opportunità tra la crescita dei social, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale creativa (come ad esempio Chat GPT) e l’impatto sempre più forte delle pubblicità targettizzate.

Terry Bertelli

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